domenica 4 maggio 2008

TU NON PARLI MAI

ciao a tutti scusatemi se per una volta non parlero ne di sl ne di furry ne di amori.. ma vorrei mettere la luce su quelle persone che non parlano mai.Ma mettiamoci anche quelle che in sl in voice non parlano mai, ma scrivono scrivono scrivono hanno tanta pazienza di scrivere sempre..e che velocita poi...
Quindi vi copiero qui due testi di canzoni dedicate a questo tipo di persone, una è di NICCOLO AGLIARDI e l'altra di BIAGIO ANTONACCI.. tanto per rifletterci su.. e scusatemi ancora se sono uscita dal seminato.........................................................

- Ma tu non parli mai.
- E cosa dovrei dirti? -
Tu non parli mai.
- Non so come affrontarti.
- Tu non parli mai.
- Ma io non ti conosco e, se anche fosse, le parole le ho perdute sulle scale.
- Ma tu non parli mai.
- E tu fammi una domanda.
- Tu non parli mai.
- Ti ho detto: “fammi una domanda”.
- Lo vedi come sei?
- Io vedo che son solo contro te che sei un gigante. E più mi metti fretta, e più non dico niente.
- Tu non parli mai.
- E’ la voce che mi frega.
- Perché, cos’è che hai?
- Quel che è silenzio non si spiega.
- Tu non parli mai.
- La mamma che non torna e tu che non l’aspetti. E l’aria che si ferma e tu che non la smetti… CAMMINO QUASSÙ. NESSUNO LO SA SUI TETTI, DI QUESTA CITTÀ.
- Tu non parli mai.
- Andiamo avanti ancora?
- Finchè non parlerai.
- Così, però, ho paura.
- Che male che mi fai…
- Le vite scombinate, un dritto e due rovesci; le virgole sbagliate, e tu che non capisci… che volevo fare calcio e non volevo fare nuoto Che ci assomigliamo tanto ma se, un giorno sono nato, è per essere diverso da chiunque, anche da te. Siamo dello stesso sangue. Ma non sono come te. E tra tutte le parole che potevi usare e hai, ora sai soltanto dirmi “tu non parli mai”. Tu non parli mai… CAMMINO LASSÙ , NESSUNO SA CHE BELLA E’ LA VITA DA QUA. CAMMINO LASSÙ, SUI TETTI STA LA VITA CHE SOTTO NON VA. CAMMINO LASSÙ NESSUNO LO SA LA VOCE VERRÀ.
- Tu non parli mai.
- Aspetto una domanda?
- Tu non parli mai.
- Ti sembra questa una domanda?
- Un giorno crescerai…
- io faccio del mio meglio, col tuo riso che è un po’ scotto; ma se ci metto il burro diventerà perfetto. Sarà perfetto. Papà, è perfetto.
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Non parli mai perché se c'è un motivo dai, prova a dirmelo, non chiuderti così! Non parli mai perché un po' ti invidio sai in quel silenzio chissà che cosa c'è? Non parli mai va bè...sarà che sei diversa o che stai troppo in te dovresti uscire un po' .

E scrivi mille parole in mille lettere e poi e ti addormenti pensando se spedirle o no e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai e poi ti svegli non è mattina senza un caffè.

Non parli mai pero' mi affaccio nei tuoi occhi c'è un universo in te e una luce solo tua Non parli mai e allora ascolto il tuo silenzio è come una canzone arriva a chi la vuole

Ho sbagliato a dirti che stai troppo in te e non uscire, stai lì che hai tutto quello che vuoi non parlare, c'è chi può amarti anche così scrivi e se ti và vorrei una lettera per me con tutto quello che vuoi.... con tutto quello che sei.... con tutto quello che hai....

E scrivi mille parole in mille lettere e poi e ti addormenti pensando se spedirle o no e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai e poi ti svegli non è mattina senza un caffè
Non parli mai e allora io ascolto il tuo silenzio è come una canzone arriva a chi la vuole

2 commenti:

Alberto Rossini ha detto...

"Parlare o non parlare, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli im, i post, i tp dell'iniqua fortuna, o prender fiato e parlare in allegria contro il mare di triboli e chiacchierando disperderli. Bisbigliare, mormorare, mai dormire, nulla di più. E senza sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della settimana trascorsa -e di quella che sta per giungere- nonché delle disinteressate ed amorevoli (amorevoli?) parole dei nostri colleghi. E' soluzione da accogliere a mani giunte.
Sussurrare, mormorare, urlare, sbraitare, non dormire, sognare forse (ma con un occhio sempre bene aperto): ma qui é l'ostacolo, quali parole possano assalirci in quel sonnellino sulla spiaggia, davanti al fuoco sfrigolante, al profumo d’arrosto ed agli irraggiungibili yacht, quando siamo già sdipanati dal groviglio della scheda audio che non intende sposarsi con la release candidate. E’ la remora, questa, che di tanto prolunga la vita alle nostre povere, giustamente poco ascoltate parole.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti dell’ Adsl, le angherie di Telecom, il disprezzo del call center scientemente silenzioso, le angosce del (mai sufficientemente) respinto amore (che, a nostro parere, solo un paio di volte alla settimana dovrebbe presentarsi e sempre preavvisando), gli indugi della bolletta, la tracotanza dei consulenti del 187, i calci in faccia che l’utente riceve dai quei mediocri, quando di mano propria, o con la propria credit card (ancor meglio, quella degli altri) potrebbe saldare il suo conto.
Con due dita di lingua biforcuta? Chi vorrebbe caricarsi di grosse parole, imprecando e sudando sotto il peso di tutto uno stracco tacchinamento, se non fosse il timore di qualche parola, dopo la maledetta disconnessione: quella è terra inesplorata donde con estrema fatica tornò il viaggiatore (se non a prezzo di duri sacrifici e di infinite quanto colorite imprecazioni) a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare le altrui (spesso poco gradite) parole. Piuttosto, forse, in cerca d'altri che conosciamo: e meglio se questi altri sono formose e disponibili pulzelle piuttosto che verbosi maschi (che reputiamo -già in partenza- dei sonori imbecilli). Così ci fa vigliacchi la parola, la nostra insinuante parola, che vorremmo sussurrare nel padiglione auricolare delle suddette fascinose pulzelle, mai sufficientemente lodate. Così l'incarnato naturale delle nostre labbra e della nostra impaziente lingua -farcita di forbiti discorsi- si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così discorsi di grande importanza e rilievo, i nostri spudorati corteggiamenti, lungamente pensati e malamente trascritti, sono distratti dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il titolo ...
[Stratford on SL Avon - per gentile concessione di Wiliam Avatar Shakespeare (e, ahimè, a Sua completa insaputa)]"

Asia Chaffe ha detto...

albèèèèè è fantastico cio che hai scritto^^ mi avevi accennato in un im, ma non immaginavo fossi cosi.. cosi.. cosi.. tracotante di parole.. mi hai colpito, mi sei piaciuto,affasciato.. complimenti