Salve amici.... vi avevo accennato ieri con l'ausilio della calda voce di Terence, un brano da ascoltare... che anticipava la lettera di risposta di Paky Mariani alla mia richiesta di raccontarmi la sua interessantissima storia... che come sempre ci parla d'amore... vi riporto qui fedelmente, come sempre quello che il nostro amico ci ha raccontato....
Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa su di me. Non è mai facile descrivere se stessi e delle proprie emozioni per cui mi affiderò ad un semplice resoconto della mia Second Life.
Paky nasce una sera di dicembre spinto dalla curiosità di provare una nuova esperienza che sembrava essere accattivante.
Il primo impatto con Second Life è come un pugno in piena faccia. Non c’è tutorial che ti spieghi cos’ è quel mondo pieno di forme e colori strani. Non c’è persona che possa spiegarti cosa “vivrai” nei prossimi mesi. Devi riprenderti dallo stordimento e scoprire tutto da solo.
Vaghi in giro in cerca di qualcosa da fare, cerchi di comprendere tutto ciò che ti succede intorno e quando capisci il funzionamento di qualcosa ti senti come un bambino di due anni che per la prima volta impara a interagire. E’ un’immensa soddisfazione.
Ricordo che una delle prime cose che cercai fu il “sesso”. Questo famoso cyber sex di cui i media tanto parlavano.
Inizialmente non ti piace. Non capisci cosa ci trovi la gente a vedere degli ammassi di pixel che si producono in goffe animazioni. Poi…ti capita di conoscere una persona con la quale riesci a condividere una fantasia e allora tutto ti pare diverso. Il cyber sex riesce a regalarti eccitazione perché stimola la tua immaginazione e, paradossalmente, la migliora.
Second Life è prettamente un mondo che si basa sui rapporti tra le persone. Si entra per chattare con altri, per trovare qualcuno di simile a te, che riesca a farti sentire un po’meno estraneo al mondo.
Si parla di tutto e solitamente di cose molto intime che non diresti nemmeno al tuo migliore amico.
Qualcuno ha definito il metaverso come “fast food” dei rapporti umani. In effetti non è del tutto sbagliata come definizione. Le conoscenze iniziano e finiscono molto velocemente e raramente ti permettono di andare oltre l’apparenza.
Durante la mia permanenza nel mondo virtuale ho incontrato una persona che, più di tutte mi ha fatto capire quanto questo mondo sia fraintendibile e ingannevole.
Tutto comincia con strane sensazioni che non pensavi di sentire per un’avatar. Ti senti sempre più affezionato alla persona che si trova dietro lo schermo. Ti colleghi per parlarci e per condividere. Non pensi all’inganno che può celarsi. Non pensi che gli uomini possono fingere per molte ore senza lasciar trasparire nulla del loro vero io.
Il fatto bizzarro è che, nonostante molti sostengano che in un mondo virtuale tutto dovrebbe essere diverso dal mondo reale (incluso il relazionarsi con gli altri), in realtà ritrovi sempre le stesse dinamiche.
La gente guarda con invidia alla tua improvvisa “second serenità” e cerca letteralmente di metterti i bastoni tra le ruote. Tentano di introdursi furtivamente in quell’angolino di luce che, chissà come, hai trovato. Si sa che un corpo esposto alla luce fa ombra…
D’improvviso ti ritrovi da solo, con le ombre. Ti fermi a riflettere sulla vera natura dell’uomo e sul perché esso sia totalmente incapace di compartecipazione e di rispetto altrui. Realizzi che Second Life non è diverso dalle dinamiche sociali reali e, anzi, è molto peggio perché il monitor è come una censura all’identità vera che ti permette di far uscire quel lato “oscuro” che nella routine quotidiana non può trovare spazio.
Da queste riflessioni e da un ruolo fin troppo attivo di Paky decisi di creare un nuovo avatar, una nuova identità virtuale che servisse per nascondere ancor di più la prima e per permettermi di essere il più “comune” e “anonimo” possibile.
Anche Jake nacque di sera, e questo è solo uno dei tanti parallelismi che legano le mie due “marionette”. Devo ringraziare le mie riflessioni di quella sera perché senza di essa non avrei mai creato Jake e di conseguenza non avrei mai incontrato la persona più importante.
Con questa nuova identità evitavo i luoghi “in voga” nella comunità italiana del metaverso. Era un contesto fin troppo competitivo per i miei gusti. Una competizione che avrei potuto vincere senza problemi probabilmente ma non era quello che cercavo.
Andavo in luoghi che ufficialmente tutti evitavano perché anche qui in Second Life ci sono cose che sono considerate non etiche.
Mi trovavo spesso a contatto con gente che non voleva altro che vedere gli avatar accoppiarsi, che cercava solo uno stimolo diverso, che cercava solo un po’di eccitazione per ricordare una giornata reale che non differiva dalle altre.
Così mi ritrovai a vivere due situazioni. Di giorno ero il popolare Paky, moderatore del forum che rimaneva affascinato dalla diversità delle idee della gente e cercava di dare spazio a tutti per poterne leggere sempre più. Di notte ero Jake, che voleva scoprire il lato invisibile, quello che nessuno aveva il coraggio di esprimere per una sorta di morale che anche nel virtuale trovava modo di esistere.
Mi resi conto che Jake era nato per portarmi chiarezza e invece non aveva fatto altro che confondermi ancor di più.
Avevo notato gli scritti, il pensiero, di una donna che con veemenza ed estrema limpidezza cercava di abbattere a suon di tasti quella morale che io non avevo avuto il coraggio di attaccare ma dalla quale, semplicemente, mi tenevo alla larga.
Decisi di entrare in contatto con questa persona in qualche modo. Ma non volevo farlo con Paky, ci sarebbe stata troppa finzione e nulla di diverso dal precedente relazionarsi. Ci avrebbe pensato Jake.
La donna in questione è un escort e Jake divenne uno dei suoi clienti più fidati.
Ero totalmente affascinato dal mistero e da quello che scriveva…quello che avevo captato sul forum si rifletteva anche durante le sessioni di nudo. Riusciva a esprimere i suoi pensieri con una naturalezza che non avevo mai visto e soprattutto di cui non ero stato mai capace.
Tutto ciò mi intimoriva, perché, dal poco che sapevo di lei, appartenevamo a due mondi differenti.
Inoltre ero ancora preda di alcune ombre provenienti dal passato recente…
Qui entra in ballo di nuovo l’inganno del virtuale. Col passare del tempo notai di appassionarmi sempre più a questa persona e a quello che scriveva e una volta lei scrisse che le mancava quel cliente così particolare.
Capii che forse ero ancora una volta vittima della “distorsione virtuale” e che forse quella donna non era affatto distante da me, ma più vicino di quanto immaginassi…
Sentivo che il rapporto diventava sempre più profondo per cui non potevo più essere solo Jake. Dovevo mettere a parte anche lei della mia altra identità.
Il resto…bè il resto preferirei tenerlo per me perché è vita privata :-)))
In queste righe non posso far altro che ringraziare Second Life e Lei…
Paky nasce una sera di dicembre spinto dalla curiosità di provare una nuova esperienza che sembrava essere accattivante.
Il primo impatto con Second Life è come un pugno in piena faccia. Non c’è tutorial che ti spieghi cos’ è quel mondo pieno di forme e colori strani. Non c’è persona che possa spiegarti cosa “vivrai” nei prossimi mesi. Devi riprenderti dallo stordimento e scoprire tutto da solo.
Vaghi in giro in cerca di qualcosa da fare, cerchi di comprendere tutto ciò che ti succede intorno e quando capisci il funzionamento di qualcosa ti senti come un bambino di due anni che per la prima volta impara a interagire. E’ un’immensa soddisfazione.
Ricordo che una delle prime cose che cercai fu il “sesso”. Questo famoso cyber sex di cui i media tanto parlavano.
Inizialmente non ti piace. Non capisci cosa ci trovi la gente a vedere degli ammassi di pixel che si producono in goffe animazioni. Poi…ti capita di conoscere una persona con la quale riesci a condividere una fantasia e allora tutto ti pare diverso. Il cyber sex riesce a regalarti eccitazione perché stimola la tua immaginazione e, paradossalmente, la migliora.
Second Life è prettamente un mondo che si basa sui rapporti tra le persone. Si entra per chattare con altri, per trovare qualcuno di simile a te, che riesca a farti sentire un po’meno estraneo al mondo.
Si parla di tutto e solitamente di cose molto intime che non diresti nemmeno al tuo migliore amico.
Qualcuno ha definito il metaverso come “fast food” dei rapporti umani. In effetti non è del tutto sbagliata come definizione. Le conoscenze iniziano e finiscono molto velocemente e raramente ti permettono di andare oltre l’apparenza.
Durante la mia permanenza nel mondo virtuale ho incontrato una persona che, più di tutte mi ha fatto capire quanto questo mondo sia fraintendibile e ingannevole.
Tutto comincia con strane sensazioni che non pensavi di sentire per un’avatar. Ti senti sempre più affezionato alla persona che si trova dietro lo schermo. Ti colleghi per parlarci e per condividere. Non pensi all’inganno che può celarsi. Non pensi che gli uomini possono fingere per molte ore senza lasciar trasparire nulla del loro vero io.
Il fatto bizzarro è che, nonostante molti sostengano che in un mondo virtuale tutto dovrebbe essere diverso dal mondo reale (incluso il relazionarsi con gli altri), in realtà ritrovi sempre le stesse dinamiche.
La gente guarda con invidia alla tua improvvisa “second serenità” e cerca letteralmente di metterti i bastoni tra le ruote. Tentano di introdursi furtivamente in quell’angolino di luce che, chissà come, hai trovato. Si sa che un corpo esposto alla luce fa ombra…
D’improvviso ti ritrovi da solo, con le ombre. Ti fermi a riflettere sulla vera natura dell’uomo e sul perché esso sia totalmente incapace di compartecipazione e di rispetto altrui. Realizzi che Second Life non è diverso dalle dinamiche sociali reali e, anzi, è molto peggio perché il monitor è come una censura all’identità vera che ti permette di far uscire quel lato “oscuro” che nella routine quotidiana non può trovare spazio.
Da queste riflessioni e da un ruolo fin troppo attivo di Paky decisi di creare un nuovo avatar, una nuova identità virtuale che servisse per nascondere ancor di più la prima e per permettermi di essere il più “comune” e “anonimo” possibile.
Anche Jake nacque di sera, e questo è solo uno dei tanti parallelismi che legano le mie due “marionette”. Devo ringraziare le mie riflessioni di quella sera perché senza di essa non avrei mai creato Jake e di conseguenza non avrei mai incontrato la persona più importante.
Con questa nuova identità evitavo i luoghi “in voga” nella comunità italiana del metaverso. Era un contesto fin troppo competitivo per i miei gusti. Una competizione che avrei potuto vincere senza problemi probabilmente ma non era quello che cercavo.
Andavo in luoghi che ufficialmente tutti evitavano perché anche qui in Second Life ci sono cose che sono considerate non etiche.
Mi trovavo spesso a contatto con gente che non voleva altro che vedere gli avatar accoppiarsi, che cercava solo uno stimolo diverso, che cercava solo un po’di eccitazione per ricordare una giornata reale che non differiva dalle altre.
Così mi ritrovai a vivere due situazioni. Di giorno ero il popolare Paky, moderatore del forum che rimaneva affascinato dalla diversità delle idee della gente e cercava di dare spazio a tutti per poterne leggere sempre più. Di notte ero Jake, che voleva scoprire il lato invisibile, quello che nessuno aveva il coraggio di esprimere per una sorta di morale che anche nel virtuale trovava modo di esistere.
Mi resi conto che Jake era nato per portarmi chiarezza e invece non aveva fatto altro che confondermi ancor di più.
Avevo notato gli scritti, il pensiero, di una donna che con veemenza ed estrema limpidezza cercava di abbattere a suon di tasti quella morale che io non avevo avuto il coraggio di attaccare ma dalla quale, semplicemente, mi tenevo alla larga.
Decisi di entrare in contatto con questa persona in qualche modo. Ma non volevo farlo con Paky, ci sarebbe stata troppa finzione e nulla di diverso dal precedente relazionarsi. Ci avrebbe pensato Jake.
La donna in questione è un escort e Jake divenne uno dei suoi clienti più fidati.
Ero totalmente affascinato dal mistero e da quello che scriveva…quello che avevo captato sul forum si rifletteva anche durante le sessioni di nudo. Riusciva a esprimere i suoi pensieri con una naturalezza che non avevo mai visto e soprattutto di cui non ero stato mai capace.
Tutto ciò mi intimoriva, perché, dal poco che sapevo di lei, appartenevamo a due mondi differenti.
Inoltre ero ancora preda di alcune ombre provenienti dal passato recente…
Qui entra in ballo di nuovo l’inganno del virtuale. Col passare del tempo notai di appassionarmi sempre più a questa persona e a quello che scriveva e una volta lei scrisse che le mancava quel cliente così particolare.
Capii che forse ero ancora una volta vittima della “distorsione virtuale” e che forse quella donna non era affatto distante da me, ma più vicino di quanto immaginassi…
Sentivo che il rapporto diventava sempre più profondo per cui non potevo più essere solo Jake. Dovevo mettere a parte anche lei della mia altra identità.
Il resto…bè il resto preferirei tenerlo per me perché è vita privata :-)))
In queste righe non posso far altro che ringraziare Second Life e Lei…
Ancora una volta sono riuscita a commuovermi con le vostre storie.... Grazie a Paky e a tutti gli amici che ci leggono e che ci leggeranno.... facendo si che questo rimanga uno spazio vivo....
A presto... la vostra.... Veronik...
A presto... la vostra.... Veronik...